La tendenza verso la superiorità: dal basso verso l’alto 
 
 
 
Adler già all’inizio del suo riflettere sulla personalità umana e sui suoi disagi considera il bambino piccolissimo orientato alla comprensione di se stesso e del mondo per cercare significati e direzioni dell’esistere. 
Ritiene che la massima energia del piccolo venga spesa per costruire adeguatamente una mappa significativa e logica della sua presenza e dei suoi scopi nel mondo. 
Esercita questo tentativo vitale facendo riferimento alle sue specifiche e personalissime risorse biologiche e alle situazioni ambientali in cui vive tentando di farsi un’idea della realtà e di quanto gli accade. Prestissimo costruisce una preopinione con cui esperisce ed elabora ogni altro accadimento sia fisico sia culturale seguente. 
Opera in questa elaborazione sprofondato in un’esistenziale situazione di inadeguatezza drammatica in cui sente di esistere. Nella Psicologia adleriana il senso di inferiorità esistenziale esperito dal bambino rappresenta il vissuto fondamentale dello sviluppo umano da cui deriveranno le scelte e le evoluzioni originali e strategiche della sua vita. 
I dati anche sperimentali e comunque vissuti da ognuno di noi nella nostra infanzia possono confermare questo dato. Basti pensare ai nostri personali ricordi o alle reazioni infantili descritte da biologi o etologi per farsene un’idea. Nell’ultimo decennio sono stati gli studi sull’ ìmpotenza appresa di Seligman e le ricerche di Lewis sul senso di vergogna a rilanciare scientificamente tutta questa complessa problematica dell’inadeguatezza 
E’ opportuno sottolineare con forza questo dato per capire al meglio i costrutti della Psicologia Individuale. Il sentimento di inferiorità è il vissuto naturale e assolutamente ubiquitario di ogni essere vivente soprattutto nella primissima infanzia quando le risorse personali appaiono del tutto.deficitarie e la nostra esistenza dipende quasi totalmente da altri che ci danno disponibilità, protezione, sicurezza e informazioni essenziali. 
Per la psicologia adleriana questa è la base di partenza fondamentale su cui può quindi innestarsi sia uno sviluppo che lentamente si fornisca di vere risorse, e quindi una salda immagine di sé, sia le difficoltà successive, ferme, ancorate drammaticamente ai primari sentimenti di incapacità e di impotenza, preludi di immagini di sé anche fortemente scoraggiate e basi delle future psicopatologie. In quest’ultimo caso si parla di complesso di inferiorità che quindi rappresenta un aggravamento del senso di inferiorità. 
Insieme a questo profondo e universale sentimento di inferiorità e di fragilità il bambino possiede un intenso bisogno di vivere ed avanzare nell’esistenza con forza e determinazione. Traendola, in parte, dalle idee di Nietsche, Adler presuppone nell’uomo una tendenza al dominio e alla forza che lo spinge a contrastare lo scoraggiamento esistenziale e ad affrontare con determinazione la vita. L’utilizzo nella Psicologia Individuale del termine nietschano di “volontà di potenza” è riferito alla potente tendenza al sopravvivere, non tanto alla costituzione del superuomo di Nietsche. 
Adler espressamente sottolinea come “ …il modo migliore di comprendere i movimenti psichici di qualsiasi genere è di porre come premessa fondamentale che essi sono volti ad una méta di superiorità” (Prassi e Teoria della Psicologia Individuale  pag. 16) 
 
Quindi alla base della teoria adleriana dello sviluppo della personalità sono posti due fondamenti opposti: il senso di inferiorità esistenziale e un’ indomabile forza vitale tesa alla superiorità. 
Il bambino si troverà ad esplorare il mondo, e se stesso che ne fa parte, sulla base di queste due istanze. 
Sul piano teorico e clinico questo è fondamentale in quanto spiega molti ulteriori concetti adleriani e perché, in ambito educativo in generale e clinico specificamente, la Psicologia Individuale sottolinei l’importanza dell’incoraggiamento come modo per supportare e incoraggiare i bambini, ma anche i pazienti, nell’ affrontare le piccole e le grandi difficoltà del crescere o del modificare la propria visione della realtà. 
Gli eventi fisici e culturali che accadranno nelle sue prime esperienze, filtrati dalle sue preopinioni ed elaborati in relazione alla forza vitale per la sopravvivenza in dinamica relazione con l’inferiorità esistenziale, condurranno il bambino a modellare un conseguente e personalissimo stile di vita, un’opinione sul mondo, su sé nel mondo, sugli altri che diventerà base del suo sviluppo e della sua personalità successiva. 
Questa complessa, personalissima, attiva costruzione del sé/stile di vita è compiuta per Adler già intorno ai primi tre/quattro anni di vita. In seguito gli accadimenti successivi saranno presumibilmente letti come conferme o smentite, comunque in linea con le primarie opinioni su di sé e sul mondo. Anche i grandi avvenimenti della vita, la stessa adolescenza o altri gravi traumi, saranno interpretati e integrati all’interno di questa teoria sul mondo. Potranno modificare anche ampiamente alcuni comportamenti, ma in  strettissima coerenza funzionale con lo stile personale precedente. 
 
 
 
 
 
Alfred Adler 1870-1937
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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