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Cenni storici e biografici di Alfred Adler
La Psicologia Individuale di Alfred Adler rappresenta una delle più complete teorie psicologiche dell’uomo. Secondo Adler, che la formulò pienamente a partire dal 1911, è in grado di spiegare compiutamente sia la personalità cosiddetta normale sia quella caratterizzata da disagi e da vere e proprie patologie anche gravi. E’ venata intensamente anche di convinzioni sul senso della vita e su quali sono gli scopi utili dell’esistenza: per questo è ritenuta una teoria psicologica ai confini con la filosofia.
Alfred Adler nasce nei sobborghi di Vienna nel 1870 da una famiglia ebrea. E’ il secondogenito di un fratello brillante e capace di nome Sigmund. Ha anche altri fratelli e sorelle minori. La famiglia ha un commercio all’ingrosso di granaglie ed è quindi inserita in una rete sociale complessa e stimolante. Gli stessi genitori collaborano alla conduzione del commercio. Adler frequenta le scuole pubbliche e frequenta gruppi misti di bambini e bambine. Soffre fin da piccolo di rachitismo, è un po’ goffo e non particolarmente attraente. Vive la sua infanzia in un ambiente socialmente variegato dove convivono diversi orientamenti religiosi e politici. Si sa che si iscrive alla Facoltà di Medicina e che frequenta regolarmente. Al termine degli studi inizia ad interessarsi di quelle che oggi si chiamerebbero medicina del lavoro e psicologia sociale. Il suo primo articolo si intitola “Manuale per l’igiene dei lavoratori di sartoria” dove discute della ricaduta del lavoro sulle problematiche socio-sanitarie dei lavoratori.
Intellettualmente molto aperto, conosce le teorie freudiane e si interessa ai progressi della psicoanalisi. Conosce e sposa Raissa Epstein, giovane donna russa di famiglia molto ricca che ha deciso di studiare a Vienna e che vive con impegno il suo femminismo antelitteram. E’ amica fraterna di Trotskij e di altri rifugiati russi. Per Adler è un incontro complesso ma estremamente stimolante: nella sua teoria, uomo e donna sono simili e condividono l’esistenza per affrontare insieme e cooperativamente i compiti della vita.
E’ uno dei primi quattro membri del gruppo psicoanalitico di Freud che mostra di considerarlo brillante, acuto e stimolante. Nel 1904 diventa Presidente della Società Psicoanalitica Viennese e, insieme a Stekel, direttore della rivista. Intanto le sue convinzioni sul comportamento umano si precisano e inizia un progressivo allontanamento dalle idee freudiane. Comunque rimane nel movimento psicoanalitico e nel 1908 presenta il suo concetto di “Protesta Virile” che viene vissuto molto negativamente da Freud perché in opposizione al concetto di Libido. Il contrasto viene contenuto fino al 1911 quando, in una drammatica riunione, sul finire di Febbraio, Adler presenta le sue dimissioni. Lo strappo è intenso, ma chiarisce le distanze sostanziali fra i due pensatori. Adler apprezza Freud per le sue intuizioni sull’inconscio e sull’importanza dei sogni, ma non accetta il suo dogmatismo, la centralità della sessualità e la convinzione della persona come monade isolata. L’anno stesso fonda la Psicologia Individuale che ha come presupposti di base un’idea dell’uomo caratterizzato dalla sua capacità di costruire un proprio stile di vita creativo, originale e strategicamente orientato, un uomo unito dal sentimento sociale a tutta l’umanità con cui partecipa cooperativamente alla vita nel mondo, che ha compiti vitali da affrontare e spinto a dare un senso comunitario alla propria esistenza. In realtà è sul piano squisitamente epistemologico che Adler e Freud divergono. La Teoria Individualpsicologica è di tipo costruttivista e relazionale, soggettiva e teleologicamente impostata.
Adler affina le sue idee sul comportamento umano, efficace e disfunzionante, negli anni a seguire. Nel 1914 viene richiamato nell’esercito per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale come ufficiale nei reparti psichiatrici al fronte. Al ritorno si interessa di politica su posizioni socialdemocratiche moderate e riformiste. Prende pubblicamente le distanze dal Bolscevismo, pur rimanendo amico di Trotskij e altri. E’ sempre più convinto che per cambiare veramente il mondo sia più efficace dedicarsi alla psicologia e alla crescita socialmente orientata dei giovani. Nel 1920 inizia ad istituire a Vienna i primi centri psicopedagogici per aiutare insegnanti e genitori ad affrontare le difficoltà evolutive dei bambini. La sua teoria aperta alla cooperazione, il suo stesso concetto di stile di vita, che Adler ritiene costruito da ognuno in modo creativo e originale, la sua forte convinzione che si può e si deve intervenire per far sì che la persona si orienti nella vita, lo convincono a mettere le sue conoscenze al servizio della comunità. I Centri di Consultazione psicopedagogici arriveranno fino a 27 nella sola Vienna.
Intanto la sua fama di studioso e di psicoterapeuta si allarga a macchia d’olio in Europa e negli Stati Uniti. Oltre che per la teoria della Psicologia Individuale, è conosciuto e famoso per le sue diagnosi repentine e acutissime. Si interessa di molteplici situazioni umane, entra nelle carceri, conosce e cura persone di tutti i tipi.
Nel 1930, a seguito dell’ascesa del Nazismo in Europa, si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti dove gli viene affidata la cattedra di Psicologia alla Columbia University.
Muore di infarto in Scozia, ad Aberdeen, durante un ciclo di conferenze, nel 1937. Due figli, Kurt e Alexandra Adler, continuarono con altri nella scia della Psicologia Individuale. Sono scomparsi alcuni anni fa.
Alfred Adler, nei suoi testi, incita sempre a non fermarsi dogmaticamente su nessuna certezza e invita gli stessi studiosi della Psicologia Individuale a fare altrettanto anche in merito alle sue convinzioni.
Il suo pensiero ebbe un’enorme successo soprattutto durante la sua vita per la sua fiducia nell’umanità, la positività del suo pensiero e per la convinzione che ogni persona possa cambiare il proprio destino.
Di carattere aperto, altruista, pronto alla battuta e alla compagnia nei locali della sua Vienna, Alfred Adler formalizzò e istituzionalizzò sempre poco le strutture organizzative da lui create. Questo, la sua difficile prosa e soprattutto la complessità e l’anticipatorietà del suo pensiero spiegano in gran parte la diffusione poco sistematica delle sue idee nella cultura. Di fatto questo è solo apparente, in quanto tutta la psicologia attuale è fortemente intrisa della sua epistemologia, magari inconsapevolmente.
Attualmente la I.A.I.P. (International Association of the Individual Psychology) ha affiliazioni in quasi tutti i Paesi del mondo.
In Italia esistono molte istituzioni collegate. La S.I.P.I. (Società Italiana di Psicologia Individuale) conta attualmente circa 200 analisti. Sono attive quattro Scuole di Psicoterapia riconosciute.
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